Un coniglio a scuola

Un’esperienza di osservazione scientifica nella Scuola dell’Infanzia.

Nella messa a punto di questo percorso didattico ci siamo mosse nell’ottica dell’educazione cognitiva integrata, consapevoli come siamo che un’azione educativa finalizzata ad un reale sviluppo di abilità e al potenziamento delle conoscenze può avere origine solo dall’integrazione di molteplici fattori. Tutto ciò in una visione che non tende a negare la specificità degli ambiti disciplinari quanto piuttosto a riconoscerne e valorizzarne i rapporti dinamici interni e generali. All’interno di questo contesto le insegnanti delle due sezioni hanno concordato di privilegiare in questo anno scolastico l’ambito linguistico in considerazione dell’importanza che la lingua svolge nella vita di relazione ma anche e soprattutto nella sua funzione regolativa collegata al ragionamento logico. Il linguaggio infatti non costituisce soltanto lo strumento attraverso il quale si comunicano pensieri, emozioni, idee; esso è anche il mezzo attraverso il quale l’intelligenza elabora i propri schemi logici e opera direttamente sulla realtà. Quando un bambino racconta un’esperienza persegue obiettivi cognitivi complessi: traduce il vissuto in parole, analizza più o meno consapevolmente quando e come è avvenuto, sintetizza per dare forma al suo discorso. In tutto questo però è condizionato dal suo sapere in fatto di parole e di strutture linguistiche (sintattiche e semantiche). Per questo motivo verranno proposti interventi volti al potenziamento della capacità di produzione delle espressioni linguistiche verbali in relazione sia alla costruzione della frase che all’allargamento del patrimonio lessicale. L’altra area di apprendimento che abbiamo inteso approfondire è quella dell’educazione scientifica rivolta soprattutto al potenziamento e allo sviluppo della capacità di osservazione, discriminazione e descrizione di aspetti della realtà. Il nostro interesse, in questo contesto è stato rivolto alla formazione nei bambini di un atteggiamento scientifico che li conducesse, attraverso un passaggio graduale di formalizzazione e astrazione di elementi comprensibili e dominabili, dalla percezione al concetto.

I nostri tempi, i nostri spazi.

La Scuola Materna di Ulignano è costituita da due sezioni composte ,ciascuna, da bambini di età eterogenea. La struttura dell’edificio scolastico (che ospita anche la Scuola Elementare) è suddivisa nei seguenti spazi: due aule utilizzate per le attività di sezione; un atrio utilizzato per la mensa; una biblioteca e una palestra in comune con la Scuola Elementare; un cortile interno piastrellato e un ampio spazio esterno recintato.

Poiché riteniamo che l’ambiente in cui vengono i bambini ogni giorno sia fondamentale per favorire il loro accoglimento e per suscitare interessi e stimoli diversi, pensiamo sia importante inserire nella programmazione la progettazione di un contesto motivante alla comunicazione e all’azione. I bambini dai tre ai sei anni infatti hanno la necessità di trovare nell’ambiente della scuola motivi di attività, esperienza, gioco, lavoro; un luogo per esercitare la loro progressiva autonomia, operando con le cose per costruire le proprie competenze. Inoltre la possibilità di utilizzare l’ambiente, di partecipare alla sua gestione nei diversi momenti della giornata, dà ad ogni bambino fiducia in se stesso, sicurezza, autonomia, senso di responsabilità. Poiché le nostre sezioni sono eterogenee per età, abbiamo avuto la necessità di organizzare lo spazio a nostra disposizione creando zone attrezzate per funzioni diverse. La caratteristica comune a tutti questi angoli è comunque quella della flessibilità, per permettere ai bambini e alle insegnanti di intervenire con modifiche e cambiamenti. Ogni spazio deve inoltre permettere l’esperienza individuale con una buona possibilità di concentrazione, l’attività di piccolo gruppo, l’isolamento e/o l’apertura agli altri spazi.

Per ciò che attiene all’organizzazione della giornata scolastica questa segue gli stessi criteri di flessibilità che ci hanno guidato nella sistemazione degli spazi. Alterneremo attività libere ad attività organizzate guidate dall’insegnante, cercando di rispettare quanto più possibile i ritmi di apprendimento e gli interessi personali di ciascuno.

L’interesse

Pensiamo che sia un punto irrinunciabile l’individuazione di una motivazione forte nei bambini alle attività proposte. Questo non solo e non tanto per seguire gli interessi espressi da ciascuno con il rischio di cadere nello spontaneismo e nell’approssimazione, quanto piuttosto perché venga attribuito a ciò che si fa un valore che vada al di là della conoscenza fine a se stessa e che renda gli alunni consapevoli costruttori dei loro apprendimenti. L’interesse deve cioè essere canalizzato verso forme di sostanziale progresso della personalità. Ma l’interesse va educato e coltivato: non ci sono oggetti e questioni interessanti, ma modi interessanti di presentare oggetti e questioni. Allo stesso modo non ci sono cose che è utile o bello o interessante (a priori) imparare ma si cerca di imparare quelle cose (e non altre, e non tutte) perché ci sembrano utili, belle, interessanti.

Crediamo inoltre che sia opportuno (in considerazione dell’età dei bambini con i quali ci troviamo ad interagire) partire dall’osservazione dicose vicine, quanto più familiari e concrete sia per rivalutare ciò che spesso viene dato per scontato e del quale si sottovalutano attrattive e potenzialità, sia perché solo partendo da ciò che ci appartiene o che conosciamo meglio possiamo spingerci verso apprendimenti nuovi. In questo senso le cose che andiamo analizzando ci forniscono un punto di riferimento stabile dal quale muoversi verso conoscenze più vaste e al quale ritornare arricchiti da nuove esperienze. Le cosecostituiscono così una fonte di sicurezza da cui deriva la voglia e la forza di affrontare ciò che non conosciamo.

Infine abbiamo intenzione di programmare percorsi didattici in cui le cose osservate, i materiali a disposizione e la creatività mettano i bambini nelle condizioni migliori per comunicare le proprie esperienze e conoscenze, per esprimere le proprie aspettative ed emozioni. I diversi contenuti (anche in considerazione delle caratteristiche psicologiche dell’età: finalismo, animismo ) verranno a strutturarsi anche come luoghi dell’immaginazione, dove fantasia e creatività si mischiano per trasformare fenomeni usuali in esperienze ricche di attrattiva.

I contenuti

Il lavoro che presentiamo ha come contenuto principale il mondo degli animali. Abbiamo scelto questo argomento in quanto ci è sembrato che potesse suscitare interesse e curiosità nei bambini di tutte le età. Inoltre l’ambiente in cui operiamo (Ulignano è una piccola frazione nel comune di San Gimignano) ci offre molteplici opportunità di condurre esperienze dirette sulla realtà del mondo animale. Abbiamo utilizzato queste esperienze su contenuti noti per sistematizzare e riorganizzare conoscenze spesso acquisite e interiorizzate in modo casuale, caotico e confuso. Da questo punto di partenza abbiamo allargato il discorso fino ad esaminare realtà che sono meno familiari al bambino, ricercando ed esplorando gli aspetti meno noti per una conoscenza sempre più ricca, vasta ed approfondita del mondo animale: osservare gli animali, riconoscerne le caratteristiche distintive, le azioni che li contraddistinguono, il loro ambiente di vita, il loro modo di inserirsi e di far parte del mondo del bambino..

Tutto ciò ci ha fornito la possibilità di lavorare in modo privilegiato su due campi di esperienza: ‘Le cose, il tempo, la natura’, e ‘I discorsi e le parole’.

Le competenze

Capacità di osservare: cogliere e organizzare informazioni ricavate dall’ambiente;

Superamento delle resistenze all’utilizzo di materiali e/o alla manipolazione di oggetti, alla partecipazione ad esperienze;

Capacità di manipolare: ricercare ed individuare materiali e strumenti necessari per realizzare esperienze; comprendere le modalità attraverso le quali è possibile entrare in contatto con oggetti, sostanze, esseri viventi, senza che questo rappresenti un pericolo per noi o per le ‘cose’ osservate.

Capacità di mettere in relazione, di ordinare e fare corrispondenze: nella conduzione di un’esperienza individuare le relazioni, i nessi logici, le tappe evolutive,

Potenziamento e sviluppo del patrimonio lessicale allargandolo con la padronanza di aree settoriali di vocabolario;

Capacità di spiegare gli eventi e di argomentare in modo logico;

·           Capacità di strutturare frasi in relazione alle seperienze vissute;

·           Avvio alla capacità di produzione elettura di frasi attraverso l’utilizzo di rappresentazioni simboliche.

Il percorso

1.Contatto diretto con l’animale: l’animale è stato portato e tenuto in sezione quanto più possibile vicino ai bambini. Il percorso inizia con l’ingresso in sezione dell’animale che resterà a scuola per un tempo sufficiente a far sì che tutti possano avere la possibilità (e/o sviluppare la capacità) di osservarlo in situazioni non formalizzate (non meno di due settimane). I bambini sono invitati (ma non ce ne sarà bisogno) ad occuparsi direttamente delle cure giornaliere necessarie alla vita dell’animale: cambiare l’acqua o la lettiera, dar da mangiare e da bere, verificare lo stato di pulizia degli ambienti , ecc…In questo modo, anche i più restii ad entrare in contatto diretto con l’animale sono stati stimolati dal comportamento più disinvolto degli altri e potranno superare timori e insicurezze. Inoltre, nello svolgimento di queste azioni quotidiane, hanno avuto la possibilità di osservare da vicino e attraverso una modalità fortemente motivante aspetti che altrimenti potrebbero passare inosservati;

2. Osservazione dell’animale: superato il primo momento in cui l’animale è oggetto di un forte investimento emotivo, si passa all’osservazione delle caratteristiche distintive.

3.Le caratteristiche vengono elaborate graficamente in schede individuali predisposte;

4.Le caratteristiche emerse vengono sistemate in un cartellone elaborato collettivamente.Durante le discussioni di gruppo riprenderemo gli elaborati individuali alla ricerca del maggior numero di tratti capaci di definire l’oggetto della nostra osservazione. In questo contesto cercheremo di approfondire due aspetti: uno linguistico volto a sviluppare nei bambini la capacità di definire aspetti della realtà utilizzando termini quanto più possibile appropriati (ha i peli —->  è peloso); uno grafico volto a sviluppare nei bambini la capacità di costruire e utilizzare simboli nelle loro rappresentazioni grafiche;

5. Lo stesso procedimento (elaborazione individuale e rielaborazione collettiva) viene seguito anche nell’individuazione delle azioni compiute dall’animale e dei suoi ambienti di vita;

6.Ad ogni funzione linguistica viene associata una forma (soggetto-cerchio, attributo-ovale, predicato verbale-quadrato, complemento di stato in luogo-triangolo) già nella realizzazione delle schede e dei cartelloni. Successivamente vengono costruiti dei cartellini adesivi ciascuno dei quali riporta in maniera simbolica una delle caratteristiche evidenziate. Sistemando tali cartellini su un cartellone appositamente preparato è possibile costruire e ‘leggere’ le frasi relative agli animali. Dopo una prova collettiva guidati dalle insegnanti, i bambini sono stati invitati ad utilizzare i cartellini nel gioco libero. Solo dopo che si essersi esercitati liberamente si è proceduto alla realizzazione di schede in cui è stato loro richiesto di costruire frasi nuove o di ‘leggere’ frasi preparate;

7.Quando saranno stati esaminati alcuni animali procederemo a raffronti per individuare somiglianze/differenze tra attività, attributi, ambienti. A questo punto sono state proposte schede per il riconoscimento di frasi vere/false.

Le verifiche sono state effettuate attraverso conversazioni guidate e registrate, l’osservazione sistematica delle modifiche comportamentali/di atteggiamento iniziali/finali rispetto a materiali e strumenti, rappresentazioni grafiche.

Durante le attività che richiedono un’elaborazione grafica individuale i bambini sono stati divisi in gruppi omogenei per età.

Paola Conti

L’articolo è pubblicato sulla rivista SCUOLINFANZIA n.7  Ottobre 1999