Orientamento

Un percorso di orienteering

(Daniela Basosi)

OBIETTIVO SPECIFICO: operare con carta e bussola direzionale per orientarsi utilizzando carte topografiche e ricostruire percorsi in scala su carta millimetrata.

Questo percorso può essere considerato sia di scienze naturali che di geografia, infatti le scienze costituiscono lo sfondo disciplinare su cui si innesta la conoscenza di un ambiente, ricorrendo a misurazioni, grafici, tabelle, cartografie.

Orientarsi nello spazio reale e in quello simbolico è fondamentale per prendere coscienza dell’ambiente in cui viviamo, per imparare a conoscerlo ed esplorarlo, per collocarsi in modo dinamico nello spazio che ci circonda.

Dalla conoscenza della realtà locale parte infatti il confronto con quella globale, pertanto appropriarsi di alcune tecniche fondamentali della geografia ambientale per applicarle poi in ambito naturalistico contribuisce ad accostarsi all’ambiente in modo consapevole .

Per affrontare questo percorso è necessario conoscere elementi di base della geografia quali latitudine e longitudine, i punti cardinali, meridiani e paralleli e conoscenze della matematica quali le proporzioni, le riduzioni in scala e il teorema di Pitagora e, infine, conoscenze di scienze come gli elementi di base del magnetismo, per questi motivi il percorso è adatto ad una terza classe.

Attività laboratoriali.

1) Leggere e interpretare carte topografiche.

Consegnamo agli alunni vari tipi di carte: politiche e fisiche, geologiche, topografiche, stradali ed escursionistiche e discutiamo con loro la simbologia già conosciuta (sicuramente quella inerente la carta politica e quella fisica del luogo in esame) e quella meno nota presente negli altri tipi di carte.

Soffermiamo l’attenzione in particolare sulla carta topografica e su quella escursionistica, sulle scale usate e sui simboli in esse presenti e ricostruiamo insieme agli allievi una tabella dei colori e dei simboli più usati e del loro significato.

Nella carta topografica compaiono delle curve: che cosa sono?

Discutiamone con gli alunni, facciamo osservare come venga marcata maggiormente una curva ogni quattro (detta direttrice) con evidenziata la quota in metri.

G

Curve di livello su carta topografica.I.G.M. li alunni si renderanno conto che ad ogni curva corrispondono punti che stanno tutti alla stessa altezza, che in geografia si definisce altitudine. Diciamo loro che le curve di livello si chiamano anche isometriche ed hanno una equidistanza di 25

metri di dislivello. Poniamo agli alunni la seguente

domanda: quando le curve sono regolari e terminano con un piccolo ovale, come possiamo capire se siamo in presenza di una collina o di una depressione? Dall’osservazione diretta della carta essi verificheranno che dalla disposizione delle direttrici si comprende se…stiamo salendo o…scendendo.

Facciamoli esercitare a ricavare le altitudini di alcuni punti identificati sulla carta topografica.

Durante questa prima fase del lavoro osserveremo e annoteremo come gli alunni ascoltano, leggono le carte, comprendono e memorizzano le simbologie più usuali.

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*Gruppo di ricerca e sperimentazione didattica di educazione scientifica del CIDI di Firenze

2) Calcoliamo la distanza naturale e quella reale.

Gli alunni sanno calcolare la distanza virtuale fra due punti e sanno riportarla a distanza naturale in base alla scala utilizzata nella carta.

Le carte topografiche, se lette correttamente, ci possono fornire:

1 – il punto esatto in cui ci troviamo

2 – il punto in cui vogliamo andare.

Per comprendere questo aspetto possiamo fare le seguenti esperienze.

Formiamo gruppetti di tre o quattro allievi e diamo loro il seguente esercizio: stabiliti due punti di riferimento A e B sulla nostra carta, collegati da un sentiero, calcoliamo la distanza naturale o planimetrica e quella reale.

a) Se il percorso da A a B è tracciato lungo un sentiero tortuoso, gli alunni scomporranno il sentiero in tanti segmenti rettilinei, che riporteranno su carta millimetrata in scala 1:1 rispetto alla carta topografica, per tradurli successivamente in lunghezza reale, in base alla scala della carta.

Per questa misurazione possiamo avvalerci della tecnica del foglio, cioè facciamo tagliare una strisciolina di carta, riportiamo sulla strisciolina tutti i tratti rettilinei in cui abbiamo scomposto il sentiero fino ad ottenere l’intero

percorso, successivamente riportiamo la strisciolina sulla carta millimetrata ricostruendo il percorso, che risulterà in scala con la stessa della carta topografica, ma più agevolmente misurabile.

b) La misura ottenuta sarà la distanza planimetrica o naturale, tuttavia, se siamo su un terreno non pianeggiante, ancora il nostro rilevamento non è quello reale.

Più aumenta il dislivello fra due punti e più aumenta la differenza fra la distanza naturale o planimetrica e quella reale, che sarà superiore alla precedente.

Come possiamo procedere? Discutiamone con gli alunni e riprendiamo ciò che hanno appreso sulle curve di livello.

Gli alunni rilevano il dislivello dalla differenza fra le curve di livello ed hanno già rilevato la distanza naturale in scala, riportano quindi i dati su carta millimetrata, ottenendo la misura dei due cateti di un triangolo rettangolo ideale di cui l’ipotenusa rappresenta la distanza reale. Con il teorema di Pitagora ricaveranno dunque la distanza reale in scala.

Durante queste attività annoteremo osservazioni sul comportamento individuale in seno al piccolo gruppo (organizzazione, collaborazione, rispetto dell’altro ecc.) oltre che a quelle riguardanti la comprensione e l’elaborazione della metodologia applicata.

3) Come trovare sulla carta la direzione da seguire per raggiungere un certo luogo.

Procuriamoci alcune bussole direzionali e alcune carte topografiche del luogo in esame, dividiamo i ragazzi a gruppetti di tre o quattro alunni e facciamo prendere loro confidenza con la bussola.

Questo strumento serve per orientarsi sulla carta topografica, esso è composto dalla freccia di direzione e da una ghiera ruotante, che racchiude il quadrante con l’ago magnetico, che indica il Nord.

Possiamo approfittare per richiamare le conoscenze apprese sul magnetismo, ricordando che la terra si comporta come un grosso magnete e la bussola sfrutta questa proprietà in quanto l’ago in essa contenuto è magnetizzato e si dispone per effetto del magnetismo terrestre sempre in direzione Nord-Sud.

Invitiamo gli alunni a disegnare la bussola con attenzione ai particolari e a glossariare le varie parti di cui spiegheremo il funzionamento.

Successivamente possiamo procedere alla seguente attività a gruppi.

La bussola deve essere posta su un piano orizzontale per indicare precisamente il Nord, pertanto posizioniamo la nostra carta in piano (va bene anche in terra) orientata a Nord, appoggiamo la bussola sul punto di partenza, posizioniamo dunque la freccia di direzione verso la meta da raggiungere, giriamo la ghiera in modo che le linee parallele interne combacino con le linee che indicano il Nord nella carta. Togliamo quindi la bussola delicatamente e ruotiamola fino a quando l’ago magnetico che indica il Nord non combaci con il Nord indicato nella ghiera. La freccia di direzione indicherà la direzione esatta da seguire per raggiungere il luogo desiderato rispetto al luogo da cui partiamo.

Facciamo esercitare i ragazzi nel giardino della scuola o in un altro luogo idoneo a gruppetti dando loro una carta topografica della zona e una bussola direzionale e chiedendo loro di trovare la direzione di luoghi della zona conosciuti e di verificarne l’esattezza.

Facciamo ricostruire in classe a gruppi l’attività.

4) Come orientarsi con la carta topografica senza la bussola.

Facciamo osservare agli allievi come ogni carta topografica sia disegnata in modo che il lato superiore sia disposto verso il Nord, per cui per poterla utilizzare è necessario orientarla in modo che il lato superiore corrisponda proprio al Nord e quello inferiore di conseguenza al Sud, il lato destro all’Est ed il sinistro all’Ovest.

Le operazioni da fare con la bussola per trovare la direzione:

1. aprire la ghiera quanto indica l’azimut in gradi

2. ruotare il proprio corpo insieme alla bussola fino a che l’ago magnetico giunga ad indicare il Nord sulla bussola

3. la direzione indicata dalla freccia blu è quella da seguire per ritrovare il palloncino. Se non conosciamo la nostra posizione, dobbiamo individuare due allineamenti visibili, individuarli sulla carta e ruotare la carta fino a che allineamenti e terreno risultino paralleli e nello stesso verso.

La nostra posizione sarà data dall’incrocio dei due prolungamenti degli allineamenti.

Facciamo esercitare gli alunni a gruppetti su questa nuova attività.

5) Come trovare la direzione voluta direttamente sul territorio con la bussola senza la carta.

Per calcolare la direzione di marcia dobbiamo calcolare il valore dell’Azimut, cioè dell’angolo di direzione misurato in gradi fra la retta che passa per il Nord e la direzione cercata.

Facciamo esercitare gli alunni all’esterno a turno, puntando la freccia di direzione dal punto di osservazione verso la direzione scelta, per esempio verso un albero o una siepe visibile, gli allievi ruoteranno la ghiera fino a che il Nord indicato sulla ghiera coincide con il Nord indicato dall’ago magnetico, l’angolo in gradi disegnato rappresenta l’Azimut, cioè la direzione cercata.

Quando gli allievi hanno preso confidenza con l’uso della bussola direzionale possiamo proporre il seguente gioco.

Dividiamo i ragazzi a gruppetti di quattro o cinque in modo che i gruppi siano in numero pari. Consegnamo ad ogni gruppo una bussola e un palloncino colorato e dividiamo la classe in due raggruppamenti uguali.

Le operazioni da fare con la bussola per rilevare l’azimut:

1. puntiamo la freccia di direzione della bussola verso il punto in cui si è nascosto il palloncino

2. ruotiamo la ghiera fino a che il nord sulla ghiera coincide con il nord indicato dall’ago magnetico

3. leggiamo l’angolo ottenuto: questo è l’azimut Nella prima fase del gioco i gruppi del primo raggruppamento nascondono i rispettivi palloncini nei luoghi prescelti all’interno del settore di giardino scelto per giocare, calcolano l’Azimut da una postazione concordata e comune a tutti i partecipanti e riferiscono il valore dell’Azimut ad uno dei gruppi del secondo raggruppamento.

Il gruppo prescelto, partendo dalla postazione comune, munito di bussola, deve individuare il luogo in cui è stato nascosto il palloncino, conoscendo l’Azimut.

Nella seconda fase del gioco i gruppi si invertono.

In questa fase ludica avremo cura di osservare e annotare i comportamenti nel gruppo, ma anche le abilità acquisite dai singoli nelle operazioni di misurazione e rilevamento dei dati.