Costruire storie attraverso i sensi. Paesaggi sonori
Che fortuna…tutti salvi!
Percorso di educazione linguistica
Scuola dell’Infanzia Le Bagnese sez.B (I.C. II° Scandicci)
A.S. 2006/2007
Ins. Teresa Ragucci
“Paesaggi sonori”è la sperimentazione di un percorso di educazione linguistica per bambini di 4 anni, pubblicato nella rivista BaMbini (M. Piscitelli, Costruire storie attraverso i sensi. giugno 2005).
Il percorso si inserisce in un progetto di curricolo verticale di lingua italiana ideato e curato dalla dott.ssa M.Piscitelli (Proposte per il curricolo verticale, M. Piscitelli, I. Casaglia, B. Piochi, Napoli, Tecnodid, 2007).
Per il contesto nel quale si colloca e per la scelta della tematica affrontata (la narrazione), esso mantiene elementi di continuità con “Bolle di sapone” che viene proposto a 3 anni e “Fiori per dire e raccontare” che viene portato avanti nell’ultimo anno della scuola dell’infanzia.
Esso si colloca dunque all’interno di un piano di lavoro pensato per un apprendimento secondo tappe graduali e progressive e si caratterizza per una metodologia che valorizza il bambino come soggetto attivo nel processo di insegnamento-apprendimento.
Anche attraverso questa proposta didattica si cerca di dare risposta ad alcuni bisogni cognitivi primari (come la curiosità ad apprendere, la necessità di esprimersi, di raccontare) e di favorire l’acquisizione di competenze linguistiche basilari per la costruzione del sapere. Ma l’aspetto linguistico non fa perdere di vista l’obiettivo formativo-educativo. Come gli altri percorsi infatti, anche questo promuove la formazione del sè.
Obiettivo del percorso è la costruzione di una storia attraverso l’individuazione dei suoi elementi costitutivi (chi-che cosa, dove, quando, perché) e delle parti strutturali (inizio, evento, finale).
In poche parole si tratta di iniziare i bambini ad ambientare e a collocare una storia su assi spazio-temporali e a individuare al proprio interno i nessi causali.
La costruzione di una storia è un’operazione complessa poichè richiede capacità di astrazione che i bambini devono gradualmente sviluppare. Operazioni come ad esempio la decontestualizzazione o la verbalizzazione secondo regole precise, richiedono tempi di maturazione e una consapevolezza che non si acquisisce immediatamente. Esse impongono infatti di uscire dalla concretezza della situazione conosciuta e di trasferire su un piano diverso le conoscenze possedute.
Da un uso spontaneo di un linguaggio non formalizzato, si passa a forme più controllate di espressione verbale anche attraverso il contatto con testi d’autore.
In questo delicato passaggio i bambini vengono supportati dall’insegnante che mette in atto strategie e metodologie idonee allo scopo.
Come gli altri percorsi che fanno capo al progetto linguistico di cui sopra, anche “Paesaggi sonori” è stato sperimentato in piu scuole, da diversi insegnanti e bambini.
PAESAGGI SONORI
Il lavoro comincia con l’ascolto e il riconoscimento di alcuni di rumori contenuti in una cassetta (si sentono le onde del mare, i versi dei gabbiani, la sirena di una nave, le voci di alcune persone, l’ elicottero).
Nella cassetta non abbiamo la storia ma gli elementi e la struttura per una possibile storia.
La storia la costruiscono i bambini sulla base delle proprie conoscenze.
La cassetta è strutturata in 3 parti (con caratteristiche differenti) e viene proposta gradatamente.
Di ogni parte si fanno più ascolti con diverse modalità: ascolto continuo in silenzio, ascolto spezzato.
Da lenti e pacati nella prima parte, i rumori diventano improvvisamente concitati nella seconda, per poi tornare calmi sul finale. Così nella storia le sequenze sono tre (inizio, sviluppo, finale) ed hanno caratteristiche differenti: da una situazione iniziale che normalmente è pacifica, si passa a momenti di tensione (succede qualcosa di inatteso che segna il cambiamento); nel finale si ha la risoluzione del problema. Si lavora su una parte per volta.
FASI OPERATIVE:
1-ASCOLTO
Per favorire la concentrazione durante l’ascolto, si predispone uno spazio accogliente ove i bambini possano rilassarsi (materassini, teli colorati, luci soffuse…).
Si fanno ascoltare i frammenti sonori della prima parte della cassetta, in forma continua senza interruzioni.
Non si danno soluzioni né si fanno anticipazioni.
I bambini riferiscono impressioni, sensazioni, formulano ipotesi.
– Io sentito il rumore del mare. Era bello, era celeste,era bellissimo. Ho visto le stelle marine e le conchiglie sulla spiaggia.
– Io ho sentito il mare che l’onda si muoveva
piano e forte e muoveva i sassi e poi ho sentito anche gli uccelli che cantavano e volavano.
2- RIELABORAZIONE DELLE CONOSCENZE
Si lavora alla ri-costruzione del paesaggio evocativo del mondo in cui sono stati immersi, attraverso esperienze di narrazione a vari livelli.
CORPOREO |
I bambini assumono un ruolo attivo e, calandosi nella situazione fantastica, sperimentano in prima persona ruoli e situazioni: imitano cose e personaggi, riproducono suoni, rumori, movimenti sulla base di quanto percepito; si uniscono per dare forma alle cose.

Ho rotolato nel mare sotto. Facevo l‘onda bella che il mare era calmo e andavo pianino. Sotto c‘era le stelle marine e tutti i pesci. Mi guardavano tutti, era divertente.
ESPRESSIVO-CREATIVO |
Si utilizzano materiali di vario tipo per creare oggetti, si dipinge, si disegna.
I bambini lavorano sia in gruppo che da soli. Le produzioni vengono esaminate di volta in volta e si discute delle scelte effettuate. Sulla base di quanto rappresentato, i bambini cominciano a raccontare.

C’era una volta il mare tranquillo che si poteva fare il bagno perché l’acqua era calda e le onde andavano avanti e indietro. Sotto il mare c’era le conchiglie e tanti sassi tondi e di altre forme, per esempio a cuori. Nel cielo c’era i gabbiani che volavano bene e erano contenti…
3-ASCOLTI SUCCESSIVI
A questo punto si fa ascoltare un’altra volta lo stesso frammento sonoro e, attraverso una particolare tecnica per l’attivazione dell’immaginario che fa leva sui sensi (CLASSE DE REVE), si aiutano i bambini ad entrare in una dimensione fantastica.

Con opportune domande stimolo, si guidano alla scoperta della nuova realtà. I bambini immaginano di toccare, di annusare, di sentire ecc. e mentre fanno ciò esternano emozioni, riferiscono sensazioni.
L’insegnante prende nota di quanto viene detto e sfrutta questo materiale per riformulare alcune frasi, per metterle in relazione fra loro e di nuovo in circolo.
4- LAVORO SULLA LINGUA
Per rafforzare le conoscenze possedute, si lavora sul vocabolario ricercando ad esempio termini adatti a definire cose o persone di un dato contesto e si attribuiscono qualità, azioni.
mare: bello,bellissimo,chiaro,celeste,azzurro,tranquillo,calmo,basso,salato,caldo,liscio,pulito,
a righe,basso,fresco,freddo,si muove,profuma…
gabbiani :
tanti,lontani,grigi,belli,felici,,volano,cantano,guardano,cinguettano,si tuffano…
Oppure si lavora per associazioni (la catena di parole)
Es. Se dico “mare” mi vengono in mente:
spiaggia,pesci,stellamarina,sabbia,acqua,onde,schiuma,secchiello,sassi,ombrelloni,asciugamani,tuffi,conchiglie, alghe,…
Tutte queste esperienze concorrono a rafforzare le conoscenze possedute relativamente a un dato contesto e aiutano i bambini nella successiva riformulazione verbale.
5- PRIME VERBALIZZAZIONI
Dalle verbalizzazioni fatte è emerso che i bambini non hanno avuto particolari problemi a riferire su ciò che c’era all’interno di un contesto o a rappresentare i soggetti o oggetti che avevano “visto”. Il tutto però è avvenuto in forma più che altro elencativa (periodi giustapposti: c’è…c’è…). L’insegnante aiuta i bambini a scoprire che i fatti si succedono secondo una precisa logica e che nella struttura interna della storia il “quando” e il “perché” sono imprescindibili.
Formulazione individuale di ipotesi circa l’evoluzione della storia e rappresentazione grafica. Verbalizzazione con individuazione di cause e relative conseguenze (i “perché”).

– Pioveva tanto e erano venute le onde alte, di quelle che saltano anche le barche. Erano impazzite. Tutto il mare era impazzito e non voleva più stare calmo. Accade che l’acqua diventa alta alta e fa la schiuma e vengono le onde a punta.Le onde gli danno noia al capitano perché hanno la punta e lui dice alla gente:-Arreggetevi! E la gente dice:-Va bene ci arreggiamo. Ma poi arriva un’onda più grande e il marinaio casca in mare. La nave resta senza marinaio e va a sbattere contro una medusa gigante.
– La nave si era rotta perché c’era la tempesta e il capitano non poteva girare e ha sbattuto tante volte a una roccia dura. Le onde erano altissime. Facevano rumore come una confusione…
Nel lavoro di verbalizzazione della storia, i bambini sono aiutati dall’insegnante.
Si lavora su contenuti condivisi (la negoziazione dei significati è un requisito fondamentale), si raccontano piccoli passaggi stando attenti a non fare ripetizioni, ad usare bene il lessico, il tempo verbale…
6-MESSA IN SCENA
Per arrivare ad una situazione condivisa, si procede con la messa in scena (drammatizzazione) e tutti i bambini partecipano assumendo un ruolo.
Seguono attività di rielaborazione creativa con realizzazione di scenari collettivi.
7-IL TEMPO DELLA NARRAZIONE
Recuperiamo a questo punto le vecchie verbalizzazioni e ragioniamo sul fatto che le azioni non si svolgono nel presente ma appartengono al passato e quindi il tempo della narrazione deve
essere al passato.
E’ giorno era giorno
il tempo è bello il tempo era bello
Il mare è tranquillo il mare era tranquillo
il cielo è azzurro il cielo era azzurro
Nel cielo ci sono i gabbiani nel cielo c’erano i gabbiani
Quindi trasformiamo le frasi da semplici a più complesse:
Da “Era giorno” e “il tempo era bello” viene fuori “Era una bella giornata”;
Da “Il cielo era azzurro” e “nel cielo volavano i gabbiani” viene fuori “Nel cielo azzurro volavano i gabbiani” e così via.
8- I SUPPORTI
Di fondamentale importanza, a percorso avviato, è l’uso delle immagini (fotografie, disegni) e dei testi letterari che vengono appositamente scelti dall’insegnante sulla base delle esigenze dei bambini. Essi possono infatti offrire nuovi spunti per la riflessione.
I testi di supporto, in particolare, diventano strumento per far capire come funziona la lingua. I1 modello estetico non arriva mai subito ma in un secondo momento. Attraverso di esso i bambini scoprono che c’è sempre qualcuno che parla, che nelle storia c’è una trama, una struttura. I testi scelti diventano di appoggio per attivita sul lessico (significato delle parole, parole con piu signifìcati, doppi sensi…), arricchimento immagini, gusto estetico (magia della parola…).
Esempi:
***Per avvio racconto e lavoro sul lessico vedi “Il gabbiano Jonathan Livingston” di R. Bach
*** Per le descrizioni sulla tempesta vedi “Ventimila leghe sotto i mari” di J. Verne
***Per descrizioni sullo schianto contro le rocce vedi “I pirati della Malesia” di E. Salgari
9- STESURA FINALE DELLA STORIA
Il lavoro di stesura finale si fa recuperando “pezzi” di frasi formulate dai bambini (si cerca di valorizzare tutti) e sequenze preparate appositamente dall’insegnante.
Es. x lo scarto temporale…
Verso sera apparve una nave. Procedeva adagio lasciando dietro di sé una scia bianca e spumosa.L’equipaggio pareva soddisfatto di come era andata la traversata e attendeva le ultime manovre. A bordo si pregustava già aria di festa…
o per meglio introdurre l’evento…
A poche miglia dall’arrivo però improvvisamente il tempo incominciò a cambiare e grossi nuvoloni neri oscurarono il sole. Stormi di gabbiani in preda ad una strana inquietudine cominciarono a volare disordinatamente emettendo rauche strida…
Naturalmente coesione e coerenza sono aspetti imprescindibili.
Al termine del lavoro si sceglie il titolo da dare alla storia (in questo caso: “Che fortuna, tutti salvi!!!)
Per fissare, anche visivamente la struttura della storia (tre parti, non invertibili e con caratteristiche proprie: inizio, evento, finale), si decide di sezionare un cartoncino in modo da ottenerne 3 sezioni.
Ogni bambino colora gli spazi ottenuti, scegliendo per ciascuno di esso un colore che gli si addica: colori tenui per la parte iniziale, colori scuri per la parte centrale, colori vivaci per la parte finale.
Le verifiche del lavoro svolto e dei risultati ottenuti si hanno attraverso gli elaborati e il linguaggio dei bambini.