Seminario “Il modello valenziale a scuola”: I contributi
“Il modello valenziale a scuola”
Maria Piscitelli
Ieri, 12 settembre 2019, si è svolto a Firenze presso il Liceo Scientifico ” G. Castelnuovo” il seminario sulla grammatica valenziale: “Il modello valenziale a scuola”. Come attivare processi di scoperta ”intelligenti” dei funzionamenti della lingua?
Il seminario si è aperto con i saluti della Dirigente del Liceo Scientifico Maria Giuseppina Delle Rose, che ci ha come sempre gentilmente ospitati, e del presidente del Cidi Giuseppe Bagni, che ha comunicato alcune decisioni importanti sulla scuola. A seguire sono intervenuti la ricercatrice Indire Loredana Camizzi, che ha citato i lavori effettuati dall’Indire sulla Grammatica valenziale e la Dott.ssa Jessica Magrini della Regione Toscana (Educazione e Istruzione), che si è soffermata su alcuni futuri progetti della Regione.
Le relazioni di Rosy Gambatesa, Jacopo Fasano e di Pietro Levato, esperti di educazione linguistica, hanno aperto uno scenario estremamente significativo per il ruolo che la grammatica valenziale può avere, se affrontata in un certo modo, nella costruzione del pensiero e nello sviluppo di capacità metacognitive e di comprensione dei testi.
Gli esempi riportati in plenaria e nei Laboratori hanno mostrato le potenzialità di questo modello metalinguistico nell’acquisizione di consapevolezze del funzionamento dei fenomeni linguistici.
Il modello valenziale ha sostenuto Rosy Gambatesa, che
ha analizzato con passione e rigore scientifico un testo Invalsi (Agosto 1963,
Italiano, 2018-2019, cl. 5a), “aiuta a ‘leggere’, perché nel modello
valenziale la lettura del testo e la riflessione sulle forme non sono separati.
[…] La lettura si può pensare come un’operazione in due fasi: la comprensione
e l’interpretazione. Con la prima ci si avvicina e ci si immerge col nostro
mondo di senso nel testo (le forme operano implicitamente). Con la seconda ci
si allontana e si considera il mondo di senso del testo (se ne esplicitano le
scelte formali e se ne propone una chiave di lettura).
In un atto compiuto di lettura “la riflessione sulle forme serve a collegare la
soggettivazione dell’immersione nel testo durante la comprensione,
l’oggettivazione dell’emersione dal testo durante
l’interpretazione. […]. Comprendendo si arriva a
concettualizzare una possibile modulazione della forma di una parola con un
significato (nome o verbo, avverbi, locuzioni avverbiali). Mettendo in
relazione la comprensione e la modulazione della forma si può provare a
spiegare perché viene usata in quel modo e in quel testo, ovvero interpretare“.
[…] In effetti se si osservano i legami tra verbo e argomenti nella
predicazione esploriamo i piani spazio-temporali su cui è organizzato il testo
e ci avviamo alla concettualizzazione della forma VERBO (valenze). […] Mentre
se si osservano i legami tra le parole a desinenza nominale esploriamo come
viene presentato il ‘reale’ nei testi, avviandoci alla concettualizzazione
della forma del NOME (circostanti). […] Infine l’osservazione dei legami tra
elementi modali e il pensiero consente di esplorare ulteriormente le
prospettive spazio-temporali del testo e di avviarci alla concettualizzazione
delle forme per lo più INVARIABILI (espansioni). […]
L’utilizzo di questo modello porta a comprendere e interpretare i testi. Tutto ciò non accade se invece “il modello è applicato meccanicamente come si fa con la grammatica cosiddetta tradizionale”.
Jacopo Fasano ha sottolineato la diffusione recente della grammatica valenziale (F. Sabatini), enucleando con chiarezza i motivi di questa diffusione: semplificazione terminologica (verbo/predicato, argomento, frase nucleare, circostante, espansione extra-nucleare); centralità del verbo (superamento dell’opposizione logica soggetto-verbo, predicato = verbo + argomenti del nucleo, escluso il soggetto, superamento di incongruenze dell’analisi logica tradizionale, valenze verbali); rappresentazione grafica (ad es. Il grafico radiale Sabatini -GRS – evidenzia le connessioni –linee- e le funzioni sintattiche -cerchi di colore diverso-).
Successivamente ha tracciato un interessante excursus delle caratteristiche più evidenti del modello di Tesnière (sintassi strutturale, modello applicabile a tutte le lingue, connessione, valenza, traslazione, stemma) e ha riportato alcuni esempi: uno sulla comprensione (dall’ordine lineare all’ordine strutturale: la comprensione) di una poesia di Ungaretti, Veglia, suggerita dallo stesso Tesnière, l’altro sulla produzione degli allievi, che ha offerto la possibilità di riflettere sul rapporto tra l’ordine lineare delle sequenze e il significato (autocorrezione). L’utilizzo di questo modello per la comprensione del testo è stato poi indagato in maniera più estesa nel laboratorio pomeridiano.
Pietro Levato ha puntualmente delineato uno stimolante panorama dei vari
modelli grammaticali astratti e delle differenti impostazioni linguistiche
propense o meno a un eventuale rapporto dello studio della lingua con la lingua
concreta (inserire lo studio della grammatica nel circuito comunicativo?
Integrare la dimensione cognitiva, quella comunicativa e storica? Osservare
materiali linguistici di varia natura?…), pervenendo a una serie di
indicazioni per un’educazione linguistica più efficace (integrare competenza ed
esecuzione, scegliere un modello grammaticale razionale da integrare con altri
modelli e riflessioni linguistiche, osservare e analizzare la sintassi in
frasi-tipo, nei testi e dai testi, tenere conto della competenza linguistica
implicita degli allievi, migliorare la comprensione dei testi, migliorare la
produzione dei materiali linguistici dei ragazzi, applicare il metodo della
conoscenza scientifica).
Ha rilevato la rispondenza del modello valenziale ai quattro criteri
individuati da Monica Berretta (Linguistica ed educazione linguistica, 1978)
per valutarne la validità didattica e ne ha segnalato l’utilità didattica.
L’esame degli aspetti della sintassi del testo e dal testo e la proposta
di attività didattiche sperimentate in classe (frasi nucleari nei testi dei
ragazzi, circostanti ed espansioni nei testi letterari, ecc.) hanno concluso,
unitamente alle citazioni sotto riportate, il suo intervento: «Una
‘grammatica’, nella scuola media dell’obbligo, non dovrebbe insegnare
nulla che il ragazzo già non sappia» (M.L. Altieri Biagi);
« ‘educare la tua mente’, questo dovrebbe essere il fine ultimo» (R. Simone).
Nel pomeriggio sono stati presentati nei laboratori esperienze di classe, legate ai curricoli verticali (Attilia Greppi-Teresa Ragucci, Susanna Naldi, Letizia Carpini – sc. primaria – Jacopo Fasano, Pietro Levato, Martina Muzio-Sara Serafini – sc sec. I grado; Rosy Gambatesa – sc sec II grado).
In gran parte dei lavori è emerso quanto sia importante, per il raggiungimento
dei risultati da parte dei discenti, contestualizzare la riflessione sulla
lingua (partenza dal testo, concretezza di situazioni, uso della lingua viva,
ambienti di apprendimento motivanti…) guidandoli gradualmente a forme di
decontestualizzazione e di formalizzazione. Inoltre di fondamentale importanza
resta ricercare, nelle modalità più adatte all’allievo, il legame forte tra un
atto compiuto di lettura e le forme di un
testo. Ma la scuola e i libri di testo, come ha ricordato Rosy Gambatesa,
separano la riflessione sulle forme e la lettura dei testi: da un lato non
riconoscono le specificità formali dei testi e dall’altro fanno il catalogo
delle forme”.
I materiali prodotti sono reperibili in questo sito al seguente indirizzo: https://fucinadelleidee.eu/redazione/?id_pagina=697)
A questo punto vorrei ringraziare tutti i relatori per la collaborazione e l’impegno profuso durante il cammino intrapreso insieme, da diversi anni, nei nostri corsi di formazione. Disponibilità e interesse hanno connotato tutti i corsisti. Ricerca, documentazione, analisi, confronto, discussione ed elaborazione di idee hanno attraversato la maggior parte degli incontri, misurandosi ognuno con le proprie realtà scolastiche e la propria formazione professionale.
Un ringraziamento speciale va a tutti i partecipanti che numerosi hanno seguito con entusiasmo i lavori del Seminario, scusandoci con coloro che non hanno potuto esserci per il limite numerico imposto alle presenze (motivi di sicurezza).
Gli incontri sulla grammatica valenziale
continueranno al Cidi di Firenze, in stretto rapporto con quelli sul curricolo
verticale di educazione linguistica (La fucina delle idee). Per la grammatica
valenziale si prevedono due corsi: uno di avvio (principianti), di indagine e
di studio degli elementi principali di questo modello; un altro avanzato per i
colleghi che lo stanno seguendo da svariati anni, cimentandosi nella ricerca e
sperimentazione didattica.