Aspetti generali

(Daniela Basosi & Lucia Lachina)*

  Siamo convinte che le scienze naturali abbiano, nell’ambito dell’apprendimento culturale, un valore formativo insostituibile.

Questo valore è rappresentato indubbiamente dai vari contenuti presenti in un campo di conoscenze vastissimo, come quello delle scienze naturali, che spazia dalla fisica alla chimica, alle scienze della vita ecc..

L’aspetto formativo più importante è, però, rappresentato dal fatto che l’avvicinarsi a questi temi, presuppone un metodo di lavoro che privilegia l’osservazione, la concettualizzazione, il definire criteri  di

categorizzazione ed inoltre sviluppa l’apprendimento e l’utilizzazione di un lessico specifico del settore che amplia e valorizza il linguaggio dei ragazzi.

Un altro aspetto importante, per il linguaggio, nasce dal fatto che l’allievo acquista capacita di “narrare” i fatti naturali aumentando così le sue “potenzialità espositive”.     

  1) riflessioni e riferimenti psicopedagogici

Per essere veramente coinvolgente, l’azione didattica deve avere come punto di partenza una esperienza comune, condivisibile da tutti gli allievi, che deve essere anche semplice sul piano operativo e concettuale.

Poiché i ragazzi a cui ci si rivolge hanno un’età compresa fra gli undici e i quattordici anni, non ci si può limitare a far osservare e capire il fenomeno. Questo metodo di lavoro presuppone una capacità di astrazione che ancora non è presente in ragazzi di quell’età, perciò occorre che gli alunni partecipino anche “fisicamente” all’attività cognitiva.

Per ottenere questo obiettivo l’osservare deve essere accompagnato dal raccontare e dalla descrizione individuale di ciò che si è visto e capito: è momento essenziale di riflessione.

Successivamente si arriva a collettivizzare, attraverso il confronto e la discussione, la narrazione e così si ottiene il risultato  di far “crescere” i concetti.

È importante che queste fasi siano non solo svolte verbalmente ma che si faccia ricorso anche alla parola scritta (e al disegno ogniqualvolta sia possibile); la produzione di testi sia individuali che collettivi permetterà agli allievi un’ulteriore riflessione sul lavoro svolto e darà un contributo fondamentale alla concettualizzazione dell’appreso

* Gruppo di ricerca e sperimentazione didattica per l’educazione scientifica del CIDI di Firenze

  Il modo di procedere che così si applica è  modo sistematico, caratterizzato da una sequenza logica di momenti:

  ·        momento informativo:                                    i ragazzi danno e raccolgono informazioni tratte       

                                                                              dall’esperienza diretta

·        momento della classificazione:                       gli allievi fanno ordine e stabiliscono categorie

                                                                              distintive per le informazioni acquisite

·        momento del confronto e dell’elaborazione:   gli allievi ricostruiscono e raccontano

·        momento della collazione:                               attraverso l’uso di materiali e strumenti gli allievi

                                                                               aggiungono nuove  informazioni alle preesistenti.

  2) quadro di riferimento

L’insegnamento della biologia nella scuola media spesso si riduce ad una arida descrizione di sistemi e apparati, allo studio mnemonico di strutture anatomiche, alla descrizione di fenomeni chimici e fisici che vengono “imparati“ come una sequenza di eventi riproposti, magari anche con termini e linguaggio appropriati, in modo impersonale. L’allievo non colloca questi eventi nella realtà quotidiana, per lui sono “fatti” descritti dal libro, eventi (quasi delle leggende)misteriosi ed incomprensibili, che non interagiscono con le sue conoscenze e che rimangono lettera morta; l’allievo li legge, li memorizza, li ripete al suo attento pubblico (………..l’insegnante) e tutto finisce lì.

Sono pochissime le esperienze che partono da osservazioni concrete e troppi gli argomenti affrontati nel periodo ( tre anni) della scuola media.

Di un tale insegnamento non rimane granché nel ragazzo, alla fine del percorso scolastico  prevalgono le credenze spontanee e nell’allievo non si è costruita una vera cultura scientifica di base.

La cultura scientifica è speso da noi confusa con una conoscenza tecnicistica dei problemi, una cosa da “esperti” del settore, talvolta vista anche come sapere di secondo piano. Molte persone cosiddette  di “cultura” dimostrano un’ignoranza totale per i fenomeni naturali, e quel che è peggio è che di questa “ignoranza” se ne fanno quasi un vanto perché si sa, la cultura vera è altrove, nella letteratura, nell’arte, nella musica!

Occorre scegliere pochi contenuti significativi e su questi lavorare ponendo estrema attenzione alla metodologia.

  Dare valore formativo alla biologia nella scuola di base significa

·        assumere il mondo dei viventi e l’ambiente come “luogo” privilegiato di lavoro

·        costruire una visione dinamica del mondo dei viventi

·        osservare e descrivere per classificare, cogliere analogie e differenze, passare dal contesto descrittivo-classificatorio all’analisi dei processi e fenomeni.

  3) le verifiche

Altro aspetto fondamentale è l’organizzazione delle verifiche. Perché una verifica sia veramente formativa deve tenere conto non solo delle nuove conoscenze acquisite dall’alunno, ma deve aiutarlo a riflettere sul percorso fatto, a valutare le strategie messe in atto, a fare proposte e progetti.

  4) i tempi   

Il fattore “tempo” assume in questa ottica un duplice significato:

·        “dare tempo” a ciascun alunno di far crescere concetti e conoscenze nel rispetto del ritmo d’apprendimento di ognuno per realizzare un insegnamento individualizzato (meglio dire, secondo noi, individualizzante) nello spirito dei programmi ministeriali

·        “darsi tempo”, cioè scandire bene le fasi del lavoro. Progettare “piani di lavoro” non rigidi e parcellizzati in mille obiettivi e sotto-obiettivi, ma flessibili all’interno, ben chiari per quanto riguarda gli obiettivi disciplinari, i contenuti e i concetti che intendiamo come fondamentali per il raggiungimento di una vera “educazione scientifica”.  Occorre liberarsi dall’idea che per raggiungere buoni livelli di “cultura” è necessario prendere in esame un “considerevole numero” di argomenti e trasmettere moltissime “nozioni”.

  5) l’ambito disciplinare di lavoro

Privilegiare gli esseri viventi e l’ambiente naturale come territorio di lavoro perché ricco di stimoli e materiali e facilitatore del collegamento con le conoscenze preesistenti. Ricercare sempre il passaggio dal contesto descrittivo- classificatorio all’analisi dei processi.